Il Padre Claret e la politica – da Sebastián Riera Coromina; nato il 13.10.1913 a Ribas de Freser (Girona); + 22 anni; finito il 4° anno di Teologia

Nessuno ignora lo stato anormale della Spagna nel secolo scorso; le guerre e le rivoluzioni interne, i frequenti cambiamenti di governo. In questo periodo critico, il Venerabile P. Claret appare nel palazzo della storia del paese, per svolgere una delle posizioni più compromettenti, quella di Confessore della Regina.

Nonostante fosse così facile nel palazzo impigliarsi in questioni estranee al suo ministero, egli fu sempre distaccato dalla politica, come assicurano coloro che lo conobbero da vicino, ed egli stesso lo afferma quando scrive: “Non ho mai voluto essere coinvolto in questioni politiche” (Aut. Parte III, capitolo 12). Non è da credere che per questo il Venerabile abbia dimenticato di intimare a Elisabetta II i suoi doveri di Regina, come nota P. Aguilar nella “Vita mirabile del Servo di Dio”.

Nelle questioni puramente politiche si comportò con la massima prudenza. Ecc.mo l’Arcoverscovo di Granada, Mons. Bienvenido Monzón in una lettera del 14 gennaio 1880 dice queste parole testuali: “Credo che il Sig. Claret, nelle sue circostanze, abbia saputo conciliare la semplicità della colomba con l’astuzia necessaria del serpente per non impigliarsi mai, né lasciarsi coinvolgere, né nelle trame segrete di palazzo, né negli intrighi e nelle lotte roventi dei partiti politici che si disputavano il potere e gli toglievano dalle mani le redini del governo, per conservare intatta e inviolabile la santa libertà e l’indipendenza del suo sacro ministero”.

Che questo sia lo spirito genuino del Venerabile è confermato dalla regola da lui prescritta per i suoi Figli Missionari. Essa recita: “Astenersi dalla politica se non per amore della religione, e obbedire alle disposizioni delle autorità civili finché non si oppongono alle leggi divine o ecclesiastiche” (Costituzioni, parte II, capitolo 16).

E l’ha adempiuto praticamente, firmando il riconoscimento dell’Italia da parte della regina, separandosi dalla sua parte; e non tornando a corte finché non gli fu ordinato dallo stesso Pio IX.

Una condotta degna di essere imitata in ogni tempo e che dovrebbe essere la norma per il clero spagnolo.

– Tratto da “I martiri onorano il padre fondatore” (Cervera 1934).

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