Claret e Balmes! Non è stato proprio il capriccio di alcuni scrittori a far incontrare questi due nomi illustri. Fu la mano provvidente di Dio che, formando con queste due lingue rosse di fuoco un’unica fiamma, una fiamma di luce e una fiamma di vita, illuminò i percorsi oscuri e difficili della nazione spagnola nel secolo scorso.
Arrivò l’anno 1840 e i due difensori della causa cattolica entrarono sul campo di battaglia quasi nello stesso momento. In aprile Balmes ha pubblicato il suo primo libro in difesa del clero cattolico. Nell’agosto dello stesso anno, Padre Claret iniziò quella gloriosa serie di missioni, che operò meraviglie in innumerevoli villaggi di tutta la Spagna.
È veramente meraviglioso contemplare la vita dell’apostolo sallentino, così virtuoso, così fruttuoso, illuminato molte volte dallo splendore dei miracoli, e sempre coronato dal splendore della santità. Ma chi può dimenticare il tesoro di scienza che è la moltitudine dei suoi criteri, la ricchezza del sapere che la sua incessante predicazione richiedeva, piena di idee luminose e sempre basata sulla Sacra Scrittura e sugli scritti dei Santi Padri e Dottori della Chiesa.
La produzione letteraria di Balmes era grande, sufficiente a formare una biblioteca. Ma questa eminente saggezza e questa prodigiosa fecondità, sostenute sempre da una perfetta sottomissione all’autorità della Chiesa e da un’umile devozione al Rosario, regalarono allo spirito del filosofo catalano quella costante elevazione, sincerità e purezza che nell’apostolo sallentino brillava con bagliori di eminente santità.
Entrambi gli atleti scesero in campo, usando le stesse armi di combattimento, poiché entrambi avevano plasmato le loro menti nello stesso modo. Così, il santo arcivescovo Claret scrisse nel suo Piano di studi per il Seminario dell’Escorial: “Qualsiasi autore venga spiegato nelle aule, se volete conoscere la Teologia, tenete sempre davanti agli occhi la Summa di San Tommaso”. E Balmes ha detto: “Nella Summa di San Tommaso si trova tutto: “Filosofia, Religione, Legge, tutto è, come in un bozzolo, in quelle frasi laconiche che contengono in sé ricchezze inimmaginabili della scienza”.
E perché non dirlo? Spiriti vicini ci hanno mostrato anche Claret e Balmes, quando la mano della tribolazione e della calunnia bussava alle loro porte. Quando le buone intenzioni dell’autore di “Pio IX” furono male interpretate, l’umile filosofo rispose a un amico che lo esortava a difendersi: “Verità, virtù, coscienza, Dio, è proprio questo che dobbiamo fissare il nostro sguardo; il resto passerà presto”. E quando venne l’ora della prova per il confessore di Isabella II e il santo arcivescovo di Cuba, e quando fu calunniato e diffamato in giornali, riviste e opuscoli, come forse nessun altro santo era mai stato, egli consumò nel silenzio del suo cuore il pane amaro della calunnia e della diffamazione; e con il suo cuore rivolto a Dio e la sua faccia serena, marciò risolutamente in esilio.
Claret e Balmes! Qui ci sono due spiriti affini, due cuori fraterni, due idee che sono scaturite allo stesso tempo dalla volontà di Dio. Erano i “due cherubini d’oro massiccio le cui ali coprivano la sede della misericordia della Chiesa spagnola nel XIX secolo”. Onore ai loro nomi illustri!
José Brengaret Pujol
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