XXVI CG. Intensità, emozione, speranza (11 settembre 2021)

Set 12, 2021 | Bacheca, Capitoli Generali, La Congregazione, XXVI Capitolo Generale

Nemi, Italia. 11 settembre 2021. Il XXVI Capitolo Generale della Congregazione ha vissuto il suo ultimo giorno. Sebbene il Vangelo proclamato sia stato preso dal racconto di Marco, la giornata ha avuto un forte tono giovanneo: molte più cose hanno vissuto i capitolari, poiché tutte dovevano essere realizzate qui ed ora…

La giornata è stata molto intensa. Prima dell’alba un buon numero di capitolari condivideva già un tempo di adorazione, prima della recita delle lodi, affidato oggi alla provincia di Santiago. Qualche tempo prima un buon gruppo di capitolari si era già trasferito in un laboratorio per ottenere i test che la pandemia rende obbligatori per viaggiare.

In un clima di preghiera, i capitolari hanno riletto insieme e meditato le parole che papa Francesco ha rivolto all’assemblea due giorni fa. Molti cuori sono stati toccati in quella prima ora del giorno, prima di colazione.

L’emozione si percepirebbe di nuovo in aula quando dopo un po’ di lettura in silenzio della bozza di esortazione che il Capitolo invierà alla Congregazione, quasi trenta capitolari hanno espresso l’impressione che il testo abbia prodotto il frutto di vedere riflesso in esso il cammino che i superiori maggiori e il governo generale hanno intrapreso insieme a Talagante (Cile) nel gennaio 2020.

Commovente anche il minuto di silenzio e di preghiera con cui i capitolari hanno accolto la notizia della morte del missionario Len Brown, della provincia degli Stati Uniti-Canada, che aveva già perso tre dei suoi membri nelle scorse settimane. Sia al mattino che al pomeriggio, il Capitolo ha ricordato con affetto nella sua preghiera gli anziani e i malati della Congregazione. In un momento singolare, P. Joseph Jeyaseelan, superiore maggiore di San Giuseppe Vaz (Sri Lanka), l’unico capitolare a cui è stato impedito dalla pandemia di viaggiare in Italia, ha rivolto un saluto ai suoi compagni, dopo aver già fatto ascoltare i suoi pareri e le sue opinioni grazie alle tecnologie che gli hanno permesso di partecipare online a quasi tutto lo svolgimento del capitolo.

La parola più ripetuta durante il giorno è stata “gratitudine”. In vari momenti e in molti modi i Capitolari hanno espresso la loro gratitudine al Signore, prima di farlo in modo particolare nell’Eucaristia serale, presieduta dal Cardinale Aquilino Bocos. Grazie soprattutto a Dio, nostro Padre, che ci ha concesso di celebrare con tanta gioia e fraternità un capitolo in tempi di pandemia, quando tanti soffrono e non possono muoversi. Grazie anche al governo generale della Congregazione, che ha lavorato instancabilmente per rendere possibile l’assemblea e vi è riuscito, senza diminuire in alcun modo la sicurezza, la prudenza e la fiducia nel Signore. Grazie a centinaia di persone che, con la loro preghiera, la partecipazione alle conversazioni precedenti al Capitolo o il loro lavoro, hanno reso possibile l’assemblea. Una menzione molto speciale è stata fatta a tutti i Clarettiani non capitolari coinvolti, dal P. Paulson Veliyanoor a quelli che hanno lavorato dalla traduzione, segreteria, logistica… Una singolare gratitudine è stata indubbiamente espressa a Sr. Jolanta Kafka, RMI, Superiora Generale delle Missionarie Clarettiane, che ci ha accompagnato (nonostante i suoi numerosi compiti) per tutto il mese.

Gli annali permetteranno di conoscere le risoluzioni capitolari, che rafforzano la disponibilità della Congregazione a vivere sempre più “uscendo”, senza dissociare contemplazione e servizio, adorazione e testimonianza, e a vivere la gioia del Vangelo. L’assemblea ha anche trascorso diverse ore a discernere come condividere con i confratelli, come vivere questo Vangelo in ogni luogo, come renderlo un modo di vita con tante migliaia di persone che accompagnano la Congregazione nel mondo.

Ricca anche l’omelia del Cardinale Bocos e le parole conclusive del P. Mathew Vattamattam, ratificate dagli applausi dell’assemblea in piedi. Il Signore è stato grande con noi e noi siamo contenti. Nelle parole del P. Bocos, Padre Claret è morto più di un secolo e mezzo fa, ma il suo spirito è ancora molto vivo nel mondo e nella Chiesa.

L’assemblea, che si è aperta invocando la protezione del Cuore Immacolato di Maria, ha nuovamente messo gli occhi su di essa. Il canto del Magnificat,in una delle versioni del missionario Luis Elizalde, ha preceduto di pochi minuti l’atto solenne della firma degli atti capitolari.

 

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