Tre domande di Papa Francesco alla Vita Consacrata

Feb 3, 2022 | Notizie ecclesiastiche

Città del Vaticano. Il 2 febbraio 2022, la Chiesa ha celebrato la Festa della Presentazione del Signore e la 26a Giornata Mondiale della Vita Consacrata. È una data unica per tutti noi che facciamo parte di questa vocazione nella Chiesa.

Il Santo Padre ha celebrato la Santa Messa nella Basilica di San Pietro con una capacità limitata a causa della pandemia. Durante questa celebrazione, il Papa è solito rivolgere alla Chiesa parole di incoraggiamento per aiutarci a rimanere fedeli alla vocazione che abbiamo ricevuto. Quest’anno ha posto tre domande basate sul Vangelo proclamato in cui Simeone e Anna appaiono in attesa nel Tempio (Lc 2,26-28).

Cos’è che ci muove?

Lo Spirito Santo è il centro di tutto. E di fronte alle arie di grandezza e alle aspirazioni mondane, ci invita a continuare a concentrarci come persone consacrate sul piccolo, sul fragile, sull’ultimo di questo mondo. Dice: “Pensiamo alla croce; anche lì c’è una piccolezza, una fragilità, persino un dramma”. “A volte corriamo il rischio di concepire la nostra consacrazione in termini di risultati, di obiettivi, di successo”.

Va 20220202 Consecrated Life Mass Vatican 1Cosa vedono i nostri occhi?

Due persone consacrate possono guardare la stessa realtà e sentirla e viverla in modi diametralmente opposti. Il nostro discorso cambia a seconda di ciò che guardiamo, di ciò a cui diamo priorità e di ciò a cui diamo importanza. Il Papa ci invita a riflettere su questo punto: “Ognuno di noi può chiedersi: cosa vedono i nostri occhi? Quale visione abbiamo della vita consacrata? Il mondo la vede spesso come uno spreco di denaro: “Guarda quel bravo ragazzo, diventerà solo un frate”.

Ci incoraggia anche a bere dalla saggezza dei nostri fratelli più anziani: “[andate] a visitare i nostri fratelli e sorelle religiosi più anziani, a guardarli, a conversare con loro, a chiedere loro, a sapere cosa pensano”.

Cosa teniamo tra le braccia?

E infine conclude ricordandoci ancora una volta che dobbiamo prenderci cura della nostra capacità di meraviglia. “Se ci manca lo stupore, non è perché siamo vittime di qualcuno o di qualcosa, il vero motivo è che non abbiamo più Gesù tra le braccia” … “È triste vedere consacrati amareggiati, che vivono chiusi nel lamentarsi delle cose che non vanno, in un rigore che ci rende inflessibili, con un’aria di apparente superiorità”.

 

Riassunto del video: Vatican News

Omelia completa: vatican.va

 

(Scritto da José Enrique García, CMF. Foto di Edgar Alejandro Salgado Tapia, CMF)

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