Parole spontanee del Santo Padre al XXV Capitolo Generale della Congregazione
Buongiorno e grazie. Ho preparato un discorso in castigliano, che Mons. Gaenswein vi lascerà poi. Ma io preferisco dire ciò che penso. Com’è in castigliano…Ho avuto un brutto pensiero quando parlava il Generale dicendo che “quando lesse Evangelii Gaudium, ebbe una grande gioia”. Ed io ho pensato alla libreria di Buenos Aires che mi …. (risate) che mi stampava tutti i libri!
I clarettiani li si incontra da tutte le parti. Devo riconoscere che nel campo della teologia, il Generale passato era teologo della vita religiosa e diritto canonico. Realmente fra i migliori canonisti , qui in Roma, ci siete voi. Lavoro silenzioso, sant’uomo che passò tutta la sua vita nella congregazione dei religiosi e nell’archivio e ci dava un esempio lì di vita nella missione (parola incomprensibile). No? Mi era necessario dirvi tre parole pensando a coloro che conosco. Inoltre Dio mi benedisse facendo amicizia con alcuni di voi, no. E…ve ne rubai uno per Bariloche, che è stato mio amico (risate). Ma io vi dirò tre parole che vi possono servire. No? Adorare, camminare ed accompagnare.
Adorare: noi, nel mondo dell’efficienza, abbiamo perso il senso dell’adorazione. Anche nella preghiera, non è vero, preghiamo, lodiamo il Signore, chiediamo, ringraziamo. Ma l’adorazione, questo stare davanti all’unico Dio, unico senza prezzo, con cui non si tratta, che non si può cambiare…E tutto ciò che è fuori di Lui è cartone, è idolo. Adorare. In questa tappa facciano uno sforzo per crescere in questo mondo di preghiera: l’adorazione. Adorate, adorate Dio. E’ una carenza della Chiesa in questo momento per mancanza di pedagogia, questo senso dell’adorazione che vediamo nei primi capitoli della Bibbia, no?, adorare l’unico Dio. “Non avrai, ricordati Israele, non avrai altro Dio fuori dell’unico” ed adorare, “adorerai Lui solo, no?”
Questo perder tempo senza chiedere, senza ringraziare, anche senza lodare, solamente adorare, con l’anima prostrata. Non so perché sento di dovervi dire ciò ma sento che ve lo devo dire, mi esce dal di dentro.
Camminare. Dio non vuole adorare se stesso, ma Dio ha voluto camminare , non ha voluto starsene tranquillo. Dal primo momento ha camminato col suo popolo. Con Mosé, tanto santo. Ricordati, pensa: quale popolo ebbe un Dio tanto vicino da camminarte insieme a voi? Camminare. Camminare è aprire frontiere, uscire, aprire porte, cercare nuove strade. Camminare. Non stare seduti. Non installarsi, nel cattivo senso della parola. Veramente bisogna organizzare, ci sono lavori che esigono di starsene quieti, ma con l’anima, con il cuore e la testa bisogna camminare, cercare. Partire per le frontiere, frontiere di ogni tipo, incluso quelle del pensiero. Gli intellettuali che siete voi, dovete andare verso le frontiere, cercare nuove strade. Cercare. Ossia: non stare senza far niente. Perché colui che sta senza far niente, colui che non si muove si corrompe. Come l’acqua: l’acqua stagna in seguito puzza. Invece l’acqua del fiume che corre non puzza. Camminare come cammina Dio, che si è fatto nostro compagno, no? E ci può aiutare vedere nella Bibbia come il Signore ha accompagnato il suo popolo, facendosi pure carico dei suoi peccati e perdonando e altro. Accompagnare. Cioé, camminare. Camminare con questo desiderio di giungere un giorno a contemplarlo e non come disgraziatamente spesso accade – accade in ogni parte, purtroppo – gente che viene nell’istituto più per assicurare la propria vita e starsene tranquillo, perché non gli manca nulla, no…Camminare, camminare.
Terzo, accompagnare. Ossia, non camminare soli, no, perché è sconveniente, ma accompagnare il popolo perché Dio ha camminato accompagnando il popolo. E mi viene così chiaro questo di Gesù che si mise a fare il tonto con coloro che scappavano da Gerusalemme verso Emmaus. Si mise al loro lato e li accompagnò, li accompagnò lungo tutto il percorso, finché questo cuore freddo si scaldò ed incominciò ad ardere e scoprirono chi era. Accompagnare nei momenti di gioia, accompagnare la felicità degli sposati, delle famiglie. Accompagnare nei momenti difficili, nei momenti della croce, nei momenti del peccato. Gesù non aveva paura dei peccatori, li cercava. Lo criticano: “Ma costui è troppo socievole coi peccatori, troppo imprudente ed altro”. Accompagnare. Accompagnare la gente, accompagnare tanti desideri che il Signore semina nel cuore, lasciarli crescere bene.
Ecco, mi è venuto in mente di dirvi questo. Adorare, camminare ed accompagnare. Ecco, se vi può servire, avanti! Ve li lascio nelle mani. E come Maria è la Madre che vi guida, vi invito a pregare insieme un’ Ave María.
Vi benedica Dio Onnipotente: Padre, Figlio e Spirito Santo.
Vedete come sono stato buono da non farvi ricordare che il Fondatore è stato un gesuita?