«Il Signore è risuscitato» (Lc 24,34)
Cari confratelli:
Vi auguro la gioia della Pasqua. Questa è la seconda Pasqua che celebriamo con restrizioni COVID, anche se questa volta con meno panico e paura. Un avversario sconosciuto è molto più minaccioso di uno conosciuto. Dal punto di vista umano, la morte è il nemico invincibile e l’enigma di tutti i tempi. Siamo stati molto presenti nella realtà della sofferenza e della morte degli altri in questi tempi di pandemia.
In relazione ad altri anni, più clarettiani sono stati chiamati a casa del Padre durante questo periodo, anche se non tutti sono vittime della pandemia. Nella Curia Generalizia, la memoria dei nostri fratelli defunti è diventata un evento regolare quest’anno. Senza la luce della Pasqua, non abbiamo modo di dare senso alla sofferenza e alla morte. Quando si tratta di vita o di morte, gli esseri umani sono in grado di infliggere sofferenze e distruggere la vita, ma non hanno il potere di dare la vita.
Penso all’enorme quantità di violenza umana che si svolge ogni giorno sul nostro pianeta. Fortunatamente, abbiamo davanti a noi la via del Verbo incarnato che ha rivelato l’immenso amore di Dio e la promessa della vita eterna (cfr Gv 3,16), e la “necessità” per il Cristo di soffrire ed entrare così nella gloria (cfr Lc 24,26). Con il Signore risorto che cammina con noi, la sofferenza e la morte non possono paralizzarci in uno stato di silenzio e sottomissione. Nell’evento pasquale incontriamo il Signore risorto che dà vita, vita in abbondanza (cfr Gv 10,10) e comprendiamo che possiamo essere le mani di Dio per nutrire la vita degli altri e del creato.
Senza la luce della Pasqua, non abbiamo modo di dare un senso alla sofferenza e alla morte. Come peccato e morte sono alleati, l’amore e la vita vanno insieme. Non c’è amore più grande che dare la vita per gli amici (Gv 15:13). In questa Pasqua rinnoviamo il nostro impegno ad essere strumenti di pace e di amore ovunque siamo presenti. Radicati nel Signore risorto, siamo audaci nelle nostre missioni. Rallegriamoci e godiamo perché Dio è presente in noi e in mezzo a noi.
Roma 3 aprile 2021
Mathew Vattamattam, CMF
Superiore Generale