Incontro del Governo generale con i superiori maggiori -II-

Gen 16, 2008 | Governo Generale

Brasile. Perché questo incontro ?
F
ondandosi sulle Costituzioni (CC 138.6) il Governo generale ha ritenuto molto utile avere un dialogo con tutti i superiori maggiori della Congregazione per identificare i nuclei fondamentali sui quali centrare l’attenzione nel prossimo Capitolo generale e cercare la metodologia più appropriata per promuovere una partecipazione attiva di tutti i confratelli nel processo capitolare.
Questa proposta venne fatta già nell’incontro di Vic del 2004. Non si tratta di anticipare il Capitolo, ha detto Abella, anticipando le discussioni sui temi (il proprio di un Capitolo) ma di centrare il tema e il metodo di lavoro.
Il punto di partenza sul Capitolo è stato illustrato raccogliendo le indicazioni precise delle Costituzioni (CC 153-155).

Alcuni tratti:
il Capitolo ovviamente al servizio del carisma.

Tre riferimenti:

– la Parola che ci convoca

– la memoria del Fondatore

– il cammino che la Congregazione ha compiuto lungo la storia.

Tre impegni:

– mantenere vivo il carisma

– fare in modo che continui ad essere fonte di vita per quelli che lo hanno ricevuto

– studiare come può continuare a fecondare la vita della Chiesa offrendo un servizio all’umanità.

Il Capitolo inoltre è espressione della comunione di vita e della missione di tutto l’istituto.
Le Costituzioni ci dicono che il Capitolo è un momento importante per valutare la vita della Congregazione e al tempo stesso applica alla Congregazione la dottrina della Chiesa sulla vita religiosa e l’apostolato. Il Capitolo ha una funzione magisteriale sul patrimonio spirituale della Congregazione.

Il contesto del Capitolo

Ogni Capitolo si realizza in un tempo storicamente particolare e bisogna avere presenti le caratteristiche della Congregazione oggi, la situazione del mondo e il momento ecclesiale.
Abella ha suggerito che non si tratta di una lettura asettica della realtà ma di un pathos che spinge il nostro sguardo nel cuore delle difficoltà umane e delle sofferenze. Da questa contemplazione della realtà dovrebbero nascere risposte al grido che arriva al nostro cuore. E’ così che la nostra missione profetica nasce sempre da una profonda comunione con Dio e con la situazione del popolo.


Da qui tre nuclei di riflessione
:

La situazione del mondo segnata dalla globalizzazione. Noi siamo dentro questo contesto. Il Superiore generale ci ha posto delle domande:

– quale globalizzazione si riflette nel nostro modo di vivere e di pensare ?

– Al servizio di quale progetto globalizzante si collocano le nostre strutture pastorali ?

– Come ci percepiscono quelli che soffrono delle conseguenze della globalizzazione neoliberale che li schiaccia ? Rifugiati, popolazioni indigene marginalizzate, emigranti che hanno dovuto abbandonare i propri popoli per sopravvivere, il numero crescente dei ragazzi di strada, le immense masse umane che incontriamo nelle periferie delle grandi concentrazioni urbane. Il grido dell’Africa che cade in un mondo che sta guardando altri orizzonti.
In un mondo in cui tutti si sentono minacciati ci siamo proposti di essere uomini di dialogo, interculturale, interreligioso, ecumenico. Come ci siamo posti al servizio del dialogo ? Come servitori della Parola siamo anche servi del dialogo di Dio con l’umanità ?
La inquietudine di un annuncio del Vangelo in condizioni difficili; a volte ci sentiamo superflui in questa società; ma come leggiamo le domande che nascono da questa realtà ?
Ancora, in una società della comunicazione, quale parola vogliamo condividere con le persone che vivono in questo contesto ?
Abella ha aperto lo sguardo ad una lettura dei segni di speranza, citando la crescita della coscienza ecologica, la moratoria sulla pena di morte.
Ha detto anche: se il Capitolo deve esprimere l’oggi del carisma, il primo passo che deve fare è quello di prendere coscienza dell’oggi.

Il momento ecclesiale

Siamo nel terzo millennio. Il Giubileo del 2000 è stato un denso momento ecclesiale carico di simboli dal profondo significato: la richiesta di perdono, i gesti di riconciliazione, il ricordo della chiesa martire, la denuncia delle ingiustizie, la richiesta della cancellazione del debito, l’impegno per il dialogo con le religiosi e per l’ecumenismo, gli sforzi per la pace e l’armonia tra i popoli. Domanda: è rimasto solo un ricordo o è fonte di dinamismo evangelizzatore ?

Benedetto XVI va sottolineando gli aspetti fondamentali del mistero cristiano e ci sta invitando a cercare strade che facciano passare il Vangelo nella nostra società.
Un riferimento all’Assemblea di Aparecida (di questa ci ha parlato ieri padre Sergio, un valtellinese del pime, da oltre trent’anni in Brasile, responsabile della formazione dei laici della Diocesi di Sao Paulo) e di altre Assemblee delle chiese continentali ci ha provocato a misurarci con l’oggi delle chiese locali.

La Congregazione oggi

E’ cambiata la geografia umana della Congregazione.
Per questo tema Abella rimanda alla circolare Testimoni e Messaggeri del Dio della vita e ritesse l’itinerario dei capitoli per arrivare ad affermare: non mi spaventa la diversità, anzi la considero una ricchezza. Mi preoccupa la dispersione che diluisce l’identità e non incide sul carattere missionario del nostro agire.
Indica poi una serie di vuoti di orizzonte di riferimento per cui non sappiamo verso dove ci muoviamo.

Parlando poi del lavoro che faremo in questi giorni Abella ha indicato un tempo iniziale di ascolto, un secondo momento di dialogo e di discernimento, in gruppo e assemblea plenaria, e un terzo momento sul metodo. In questo spazio ci si porrà la domanda: come integriamo i laici con i quali condividiamo la missione nel cammino capitolare.

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