Haiti 5. Pensando per iscritto

Gen 20, 2010 | Antillas, Famiglia Claretiana

Haití. … Non so perché mi è toccato vivere tre eventi duri e storici della vita di Haiti: la violenza politica in seguito all’esilio di Aristide, gli uragani, e ora il terremoto. E da tutti questi ne esco vivo. Dio è grande! Non ci sono parole per descrivere il presente… Ogni volta che esco e vedo la città, mi chiedo: sto sognando o è vero ciò che vedo? Questo è Porto Principe che ho conosciuto dal 2000? Però non è un sogno, è una realtà. Come sopravviveremo, il P. Beauplan ed io? Com’è che la casa non ci è caduta addosso? Infine, sono tante le domande che altre non se ne possono fare perché non c’è posto.

E’ morto l’Arcivescovo con altri sacerdoti, monache, seminaristi, laici,ecc. Molte chiese sono andate distrutte. Anche la nostra di Sant’Antonio Maria Claret, in Nazon, è caduta. Dentro, a quell’ora, non vi era nessuno; solo due persone sopra il tetto che sono cadute insieme a questo e così si sono salvate. Continuiamo a dormire nel cortile della nostra casa perché dentro non possiamo: è pericoloso. Milioni di haitiani dormono, anch’essi, nelle strade…
Un abbraccio. Anistus.

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