Fecha: 7 de Ottobre – FESTA DI NOSTRA SIGNORA DEL ROSARIO

57 nuestra seora del rosario

Il Rosario della Beata Vergine Maria è stato ed è da sempre una delle preghiere più apprezzate dal popolo ristiano per la sua semplicità e profondità. Anche se si distingue per il suo carattere mariano, è una preghiera centrata nel mistero integrale di Cristo. Nella sobrietà delle sue parti, concentra in sé la profondità di tutto il messaggio evangelico, del quale è come una sintesi.

Per mezzo del Rosario noi Missionari Clarettiani «amiamo con amore filiale la Beata Vergine Maria, Madre di Dio, associata con tutto il cuore all’opera salvifica di suo Figlio» (CC 36). Così impariamo da Maria a contemplare la bellezza del volto di Cristo e sperimentiamo la profondità del suo amore per annunciarlo agli uomini. Il Rosario è stato una delle tradizioni più amate che la Congregazione ha ricevuto dal P. Fondatore (cf. CC 36 e Dir. 88).
Antonio Maria Claret ricorda che fin da piccolo trovò nel rosario il maggior tesoro. (cf. Aut 44). La sua famiglia, la scuola, la parrocchia e in particolare il libro Roser (cf. Aut 45) furono i suoi diretti educatori. Il santo non avrebbe mai dimenticato con quale fervore lo recitava durante le sue frequenti visite al santuario di Fusimaña con sua sorella Rosa. Come figlio del suo tempo, Claret fa propria questa devozione, già profondamente radicata nella Spagna XIX fino a renderlo la devozione per eccellenza che non abbandonerà mai. Ma anche, sentì molto vivo il rapporto che esisteva tra il rosario e l’evangelizzazione. Per questo lo usò come strumento missionario, popolare ed efficacissimo, per l’annuncio della Parola, la migliore delle armi contro i nemici della fede.
Sia nella sua vita di giovane studente e lavoratore a Barcellona, sia durante i suoi anni di seminarista o di sacerdote, o nelle sue avventure missionarie e nelle
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sue veglie come Arcivescovo e Confessore, si sforzò non solo di praticarla ma anche di inculcare questa devozione a tutti. Ebbe la consapevolezza di essere il Domenico dei tempi moderni, come lo chiamò la Vergine (cf. Aut 677). Il P. Fondatore consegnò ai clarettiani questa preziosa eredità. Già nell’anno 1865 aveva fatto testamento a favore della Congregazione, e, pertanto, per sua disposizione e per l’accettazione da parte del P. Xifré, tutto il suo patrimonio passò al nostro Istituto. Ma la migliore eredità venne in seguito. Poco prima di morire a Fontfroide lasciava come eredità ai suoi figli, nella persona del p. Clotet, il rosario che aveva sempre usato nella sua missione di evangelizzatore, insieme con la Parola di Dio (cf, Aut 271). Questo episodio avvenne il 12 ottobre 1870. Lo riferisce lo stesso P. Clotet nel ricordare le parole del santo moribondo: «Prenda lei i miei rosari e li conservi».
Oggi, ricordando Maria invocandola come Nostra Signora del Rosario, rinnoviamo questa consapevolezza e questa preziosa pratica, dono prezioso del nostro santo Fondatore.