Hati. Dopo terremoti e cicloni, la tragedia continua a colpire Haiti. Ora è un’epidemia di colera la causa dell’allarme fra la popolazione. Fino ad ora si contano almeno un migliaio di morti e più di 10.000 infettati.
Commenta il P. Annibale Zilli: «Il colera continua ad avanzare giorno dopo giorno e la situazione si fa sempre più grave.
Ci sono già state manifestazioni contro i soldati dell’ONU, perché considerati colpevoli, specialmente quelli provenienti dal Nepal (…). Credo che “Medici senza frontiere” stia aiutando molto. Qui, a Kazal, ci sono stati vari casi di contagio…».
Da parte sua, Il P. Demuel Tavarez ci dice: «Anche in Jimanì, R.D., alla frontiera con Haiti, dove recentemente si è formata un’altra comunità clarettiana, si sono prese varie misure di sicurezza perché l’epidemia non entri nella Repubblica Dominicana. La più importante è la chiusura del mercato di frontiera. Questo impedisce che la gente semplice e povera possa vendere ed avere qualche entrata per sopravvivere. L’incredibile è che i camion delle grandi imprese continuano a penetrare in Haiti.
I Missionari Clarettiani di Haiti si sono impegnati a contribuire alla soluzione di questo problema, partendo dalle comunità situate intorno a Porto Principe: Nazon, Kazal e Jimanì. Questi aiuti si sono concentrati soprattutto nell’area sanitaria, grazie alla collaborazione dei laici clarettiani di PROMICLA con i quali si lavora in Missione Condivisa.