Se questa affermazione del Claret la valutiamo secondo l’uso di oggi della Bibbia nella Chiesa, ci sembrerà che la sua passione per la lettura della Bibbia era buona ma non straordinaria, poiché ai nostri giorni è cresciuta molto la passione a leggere e a meditare la Bibbia. Ma nella Chiesa cattolica del tempo di Claret, la Bibbia non era molto apprezzata né letta con assiduità neppure dalla maggior parte dei sacerdoti e religiosi. Claret ebbe la fortuna che questa passione gliela inculcarono fin da quando era molto giovane; ebbe la fortuna, durante i suoi anni di seminario a Vic, di avere come vescovo Mons. Corcuera, che costantemente animava i futuri sacerdoti ad alimentare la propria spiritualità anzitutto con la Parola di Dio.
Claret si abituò a leggere ogni giorno due capitoli della Scrittura e quattro in quaresima, aiutandosi con i migliori commenti di cui si disponeva al suo tempo. Questa consuetudine lo formò e lo rese apostolo della Bibbia, e fu straordinaria e molto feconda questa passione del Claret, quando nella Chiesa vi era una carenza mortale di Bibbia, di Parola di Dio. Egli inculcò questa lettura quotidiana ai suoi seminaristi a Cuba e all’Escorial, e ai suoi Missionari; egli stesso pubblicò una Bibbia, molto economica e con alcune indicazioni pratiche per una sua migliore comprensione.
Da circa cinquant’anni, a partire dalla Costituzione Dei Verbum, del Concilio Vaticano II, si attivarono molto le scienza bibliche nella nostra Chiesa, e le iniziative pastorali per la lettura della Bibbia si sono moltiplicate così tanto nelle comunità cristiane, che oggi è possibile a tutti affezionarsi alla Bibbia.
In questo clima di un così facile accesso alla Bibbia, la straordinaria passione di Claret interroga ciascuno di noi con questa domanda:
Che cos’è per te la Bibbia, e che cosa deve diventare nella tua vita quotidiana?