MARIA, OPERA DI DIO
Gli specialisti in teologia spirituale ci avvertono che si possono avere qualità che non affiorano senza una speciale irruzione della Grazia. Senza dubbio, il torrenziale sguardo d’amore di Dio riempì che Maria e la «riempi di Grazia», fece si che la perfezione che rimaneva nascosta venisse a galla. Ma anche, venne a galla il sentimento della sua piccolezza e, per questo, si turbò sentendosi chiamare con questo splendido nome: «Piena di Grazia».
La creatura più perfetta che, come dice Claret, è uscita dalle mani Dio, ebbe bisogno di coraggio che l’arcangelo le offre quando Le comunica la missione che stava per esserLe affidata. Lo disse molto bene Benedetto XVI il 18 dicembre 2005: «Non temere Maria, le dice l’angelo. In verità, aveva motivo per temere, perché portare ora il peso del mondo su di sé, essere madre del Re universale, essere la madre del Figlio di Dio, costituiva un grande peso, un peso molto superiore alle forze dell’essere umano. Ma l’angelo le dice: “Non temere. Sì, tu porti Dio, ma Dio porta te. Non temere”».
Ora però bisogna contemplare questo Cuore e queste grazie che Dio versò nell’umile figlia di Nazareth. E mi succede quello che capitò a quel bambino che, stupito al vedere al cinema l’immenso mare, egli sentì un grande desiderio di vederlo con i suoi occhi. E incominciò a chiedere ai suoi genitori che lo portassero a vedere il mare. Gli prepararono il viaggio nei minimi dettagli. Arrivarono di notte all’’albergo; videro il mare all’aurora. Non ci fu bisogno di chiamare il bambino due volte. E uscirono a vedere il mare nel memento in cui il sole appariva all’orizzonte e i suoi raggi brillavano sulla superficie azzurra. Girarono l’angolo e, davanti ai loro occhi, il mare! Al bambino mancò il respiro e alla fine dsse: papà, mamma, aiutatemi a guardare!
È il mio grido mentre cerco di contemplare Maria. Grido allo Spirito Santo: Aiutami a guardare!