ATTRAVERSARE LA CORTECCIA DELLE COSE
Come atteggiamento umano, il contemplare può intendersi come una specie di arricchente contatto conoscitivo con le più diverse realtà, che vanno dalla nostra propria intimità fino ai misteri del Dio Altissimo, attraversando il mondo delle cose che ci circondano. A partire dagli organi di senso possiamo aprirci elevandoci sino al cuore della Trinità. La coscienza di questa meravigliosa capacità ci renderà felici.
In questo senso ci fa’ bene esercitarci nella contemplazione della bellezza del nostro mondo, la stessa cosa vale per la bellezza spirituale che nasce dal cuore in armonia con tante persone. Attraverso di essa possiamo, come in uno specchio -secondo l’espressione di Claret- cercare la bellezza di Dio stesso, saggia disegnatrice e animatrice di tutto ciò che esiste. Per questa strada si illumina non solo la presenza di Dio nel nostro mondo ma anche il rapporto d’amore che alla fine è ciò che spiega la sua forza e ispira la sua sapienza. E possiamo, a volte, imparare a muoverci con questo stesso modello, continuando così l’opera generatrice di bontà, giustizia e armonia che costituisce la nostra opportunità all’interno del grande compito affidato alla famiglia umana lungo i secoli.
Nel quotidiano, questa, contemplazione può nutrire di molteplici motivi i nostri piccoli momenti di rendimento di grazie, rendere più chiaro il discernimento che ci domandano le nostre croci e portare serenità e gioia all’impegno di tutti nella costruzione evangelica della fraternità.
La contemplazione non è incompatibile con l’azione. Conosciamo non pochi santi che ci possono servire da modello. Sono stati dei contemplativi nell’azione, nella missione, nel servizio …
Sai che la contemplazione, più che un’elaborazione dell’intelligenza è opera dell’amore?
Non hai conosciuto persone che, come Claret, hanno realizzato un servizio apostolico incredibile spinti e sostenuti dal fuoco della propria preghiera contemplativa?