PERSEGUITATO E PROTETTO
Claret scriveva queste frasi nel 1862, quando ancora gli rimanevano otto anni di vita e di sofferenza: attentati, tentativi di avvelenamento, diffamazioni con libri, riviste e pasquinate; fino ad arrivare da parte degli avversari a pubblicare di lui caricature e versi satirici. A volte è stato il personaggio più perseguitato nella storia della Chiesa.
La domanda che nasce è: che cosa faceva il Claret per suscitare tante ire attorno alla sua persona? Non è stato un personaggio qualunque; si consegnò alla predicazione popolare e riunì moltitudini attorno a sé, e questo -in tempo di guerra civile- veniva considerato sospettoso. Più di una volta la sua predicazione sulla morale evangelica convertì alcune persone già compromesse nel guidare una rivoluzione, e per questo essa terminò. A Cuba alcuni sacerdoti con una vita disordinata non sopportarono la sua richiesta di fedeltà agli impegni morali, spirituali e pastorali; i proprietari terrieri e gli schiavisti videro in lui una minaccia per i loro affari; e i governanti non tollerarono che si mettesse al di sopra delle leggi razziali riguardanti il matrimonio.
Il papa Benedetto XVI, commentando le tentazioni di Gesù, parla di una costante tentazione dell’uomo: «mettere ordine nel mondo solo per noi stessi, senza Dio… Riconoscere come vere sole le realtà politiche e materiali e lasciare Dio da parte come qualcosa di illusorio» (p. 52, Gesù di Nazareth, ed. spagnola). Claret, araldo del Dio presente e operante, denunciò l’ateismo pratico incipiente nel suo tempo, per questo il suo destino non pot+ essere se non il rifiuto: il «mondo» (in senso giansenista? Doveva opporre resistenza a tale annuncio. Ma Gesù aveva già affermato profeticamente: «il principe di questo mondo sarà gettato fuori» (Gv 12,31). Claret collaborò in questo.