CONOSCERE CHE COSA SI DEVE CURARE
Non c’è risposta senza una buona impostazione della domanda. Non c’è medicina efficace senza una diagnosi corretta della malattia. Claret è consapevole che non può evangelizzare con frutto se non «studia la malattia di questo corpo sociale»; ossia, detto con parole di oggi, se non fa’ una «analisi della realtà».
Forse uno dei più grandi difetti dell’evangelizzazione odierna sia quello di pretendere di presentare la buona notizia senza aver conosciuto a fondo le domande e le necessità che gli uomini e le donne di oggi abbiamo. La prima domanda che Gesù rivolge a quelli che lo vogliono seguire è molto semplice: «Che cosa cercate?» (Gv 1,38). E ai discepoli di Emmaus che camminavano disorientati e afflitti, chiede: «Di che cosa parlate lungo il cammino?» (Lc 24.17). Gesù può essere la Strada per coloro che si domandano dove vogliono andare. Gesù può essere la Verità per coloro che, tra le menzogne che ci circondano, cercano luce e orientamento. Gesù può essere la Vita per coloro che prendono coscienza della cultura di morte che li circonda.
Il buon evangelizzatore, seguendo il metodo di Claret, prima di proporre precipitosamente il Vangelo, dovrebbe chiedersi: Che cosa ci sta succedendo? Perché molti battezzati in Occidente si disinteressano della vita della Chiesa? Perché la spiritualità è di moda, sia in paesi di tradizione cristiana come nella lontana Cina o India? Perché è così alto il numero dei suicidi in alcuni paesi sviluppati? Che cosa significa il consumo? Da dove viene l’attuale crisi economica mondiale? Come si è generato l’abisso tra ricchi e poveri? Come costruire un mondo più giusto?
Soltanto dopo aver convissuto con le domande e averle condivise con persone che cercano un senso per la loro vita, potremo offrire umilmente la luce che irradia da Gesù, il «contemporaneo di ogni essere umano».