LA FEDE DEVE ESSERE ALIMENTATA
Gli studi specializzati suggeriscono che sant’Antonio Ma Claret non fu un grande creatore, ma che ebbe un dono singolare per scegliere l’ideale per gli altri, reimpiegarlo, organizzarlo e tirargli fuori il frutto. Chi fa’ meglio non è chi inventa, ma chi maglio sa metterlo al servizio di tutti.
I paragoni che leggiamo in Claret a volte non si trovano tra le pagine più originali della letteratura universale, ma trasmettono quello che il santo vuole che comprendiamo: non possiamo vivere senza la preghiera.
Il passare degli anni ci insegna che ci sono sostanze di cui il nostro organismo ha bisogno e la cui mancanza -senza richiamare specialmente l’attenzione- provocano alterazioni, malattie, preoccupazioni… Stiamo male e i medici scoprono la mancanza di una vitamina, di ferro, di potassio… La loro assenza ci ha minato silenziosamente, senza rumore, ma i suoi effetti sono arrivati.
Qualcosa di simile capita con la preghiera. La sua presenza non è rumorosa, molte volte non è visibile, ma la sua assenza fa suonare l’allarme. La terra non può vivere senz’acqua (anche l’essere umano!); il soldato «è perduto» -come indica Claret- se gli si tolgono le sue armi; noi non andremo molto lontano senza la preghiera. Ognuno di noi cerca di trovare il proprio ritmo, le nostre forme, il nostro stile…, ma soltanto l’incontro frequente (quasi costante) con il Signore alimenta davvero le nostre vite. ascoltiamo il Claret.
Parli di preghiera o ti dedichi a pregare? Hai esperienza degli effetti della sua assenza nella tua vita? Ti lasci portare o cerchi momenti espliciti per pregare?