APPROFITTARE DELLE OPPORTUNITÀ
Nel Vangelo ci incontriamo con questo versetto che ci si presenta molto suggestivo: «Ecco: io vi mando come pecore in mezzo a lupi; siate dunque prudenti come i serpenti e semplici come le colombe. Guardatevi dagli uomini, perché vi consegneranno ai tribunali e vi flagelleranno nelle loro sinagoghe; e sarete condotti davanti a governatori e re per causa mia, per dare testimonianza a loro e ai pagani. Ma, quando ci consegneranno, non preoccupatevi di come o di che cosa direte, perché vi sarà dato in quell’ora ciò che dovrete dire: infatti non siete voi a parlare, ma è lo Spirito del Padre vostro che parla per voi» (Mt 10,16-20).
In innumerevoli occasioni ci troviamo davanti a persone o gruppi che si mostrano totalmente disinteressati all’annuncio cristiano, e neppure rispettano il più piccolo segno religioso. Dobbiamo desiderare in primo luogo la libertà. Crediamo nella costruzione di una società in cui si rispettino i diritti e uno di questi è quello della libertà di manifestare le proprie credenze. E l’annuncio della fede cristiana nei nostri atteggiamenti personali e in alcune attività specifiche non devono essere visti come un attacco al diritto di altri a fare la stessa cosa con le loro credenze.
La nostra vita di credenti deve essere prima di tutto una proposta, perché la fede non si dimostra, ma si mostra. Mostrandola con atteggiamenti, gesti e parole, gli altri si chiederanno, cosa spinge queste persone a vivere in questo modo? Pertanto, l’astuzia di chi parla del Vangelo non è un atteggiamento di finzione, ma di sapere essere preparato nel modo di praticare la fede e annunciarla. Non cerchiamo di catturare adepti come una setta, ma, convinti di quello che ci riempie e ci seduce, vogliamo viverlo in modo tanto intenso che contagi gli altri.
Qual è il grado di vitalità della mia fede? Ho sperimentato in qualche occasione che il mio entusiasmo di credente ha suscitato delle domande in coloro che mi sono vicino?