CORRISPONDERE ALLA GRAZIA
È doveroso e veramente encomiabile essere riconoscenti a Dio e agli altri per tutto quello che hanno fatto e fanno per noi: essere coscienti che siamo quello che siamo grazie al Dio della vita, grazie ai nostri genitori, alla nostra famiglia, ai nostri maestri, ai nostri amici e a tanta gente che ci ha manifestato il proprio amore, si è sacrificata per noi, ci ha dato fiducia, formazione, appoggio e molto altro.
Certamente, iniziando da Dio, tutto questo ci è stato offerto senza chiedere nulla in cambio, in modo gratuito, per amore.
Ma non c’è dubbio che i doni ricevuti ci rendono responsabili davanti a Dio e agli altri. Non sono doni di cui noi soli dobbiamo approfittare, ma sono per il bene «di tutto il corpo», come direbbe san Paolo. Per questo, dobbiamo sentirci spinti a corrispondere a tanto amore, come il Padre Claret. Prima di tutto, con la nostra gratitudine. Poi, facendo generosamente fruttificare i doni ricevuti.
Claret, con la sua grande umiltà, si riconosceva come un «asino caricato» di gioielli, cioè, portatore di una ricchezza che non gli apparteneva. E considerò che quei doni e quelle inclinazioni non potessero restare infecondi; da qui la sua incredibile laboriosità.
Sembra dimostrato che per molto tempo della sua vita non dormiva più di tre o quattro ore al giorno. Solo così poté scrivere più di 120 opere letterarie, sempre di carattere educativo-pastorale, nonostante dedicasse la maggior parte delle sue giornate alla predicazione, alla direzione spirituale e all’attenzione dei penitenti nel confessionale.
Come ringraziamo e corrispondiamo a tanto bene ricevuto?