«Sono come una freccia nella vostra mano potente». Il P. Claret utilizza nella sua preghiera il simbolo della freccia, immagine poche volte applicata al rapporto con Maria. il contesto di questa preghiera è apocalittico: si inserisce nel combattimento escatologico tra Dio e le forze del male, personificate queste dal perverso Acab, re di Israele nel secolo nono, di cui parla il primo libro dei Re a partire dal capitolo 16.
La vocazione di Claret mantenne una vivissima tensione apocalittica, fin dalla sua infanzia. Alla sua ordinazione di diacono, nel 1834, la ratificò in modo più chiaro: «Quando il Vescovo, nell’ordinazione, lesse nel Pontificale quelle parole di San Paolo: “Non è la nostra lotta contro la carne e il sangue; ma contro i principi e le potestà, contro i dominatori di questo mondo tenebroso …”, allora il Signore mi dette una chiara intelligenza di ciò che significavano quei demoni …» (Aut 101). Mosso da questa convinzione, la sua vita intera non ebbe altro orizzonte che quello di lottare contro le forze del male che avvelenano gli uomini.
D’altra parte, Maria è stata, dopo Gesù Cristo il Signore, la persona più amata e importante della sua vita. E, poiché Ella rimase sempre unita alla causa del Figlio suo, non è strano che Claret si sentisse nell’apostolato come uno strumento di Maria. Sia il simbolo della freccia, che appare nella nostra preghiera, come del braccio o del petto, che troviamo in altri suoi scritti, si sottolinea la presenza attiva di Maria nel compito dell’annuncio del Vangelo, respinto dalle forze del male.
Il rapporto di Claret con Maria non fu soltanto filiale. Fu anche sommamente apostolico. Fu un grande missionario perché fu un buon figlio di Maria.
Non è questo per tutti, anche per te, amico lettore, un messaggio chiaro?
Il tuo rapporto personale con Maria, ti fa sentire suo figlio?
Ti spinge con tutte le tue forze contro il male?