Bilbao, Spagna. Dal 11 al 14 luglio, nell’edificio “ClaretEnea” di Plaza del Corazon de Maria in Bilbao si sono ritrovati per il quarto anno consecutivo un gruppo di missionari clarettiani e di laici (operatori professionali, volontari, soci, ecc…) compresi nella ricerca dell’essere donne e uomini di questo tempo in cammino con la gente: Casal Claret di Vic (Spagna), Casa sul Pozzo Lecco (Italia), Lar Juvenil Carvalhos (Portogallo), Sortarazi Bilbao, Claret Social Fondoa Bilbao e, per la prima volta, dalla provincia di Betica (Spagna), Jose Antonio Benitez.
In questi quattro giorni gli amici baschi hanno proposto un percorso in cui si sono alternati momenti di riflessione con la visita alle sedi di alcuni progetti sociali in Bilbao e la presentazione di luoghi significativi di una città in trasformazione. Lo sguardo di ciascuno ha potuto cogliere alcuni elementi peculiari di questo processo popolare di costruzione di cittadinanza: l’attenzione a diverse situazione di esclusione sociale come lettura dell’oggi, la diffusione di piccoli progetti in vari punti della città, la costruzione di una rete che accompagna il cambiamento di ciascuno, la stretta relazione con i servizi sociali pubblici a cui è legato il finanziamento e le regole di accesso, la ristrutturazione di edifici che passano da luoghi istituzionali e di celebrazione a luoghi di vita, l’essenzialità e la quotidianità delle relazioni con la gente dei quartieri perché si possa sentire a casa.
Tutto questo non dice solo di uno strumento organizzativo, ma è la traduzione di una spiritualità intesa come umanizzazione che si realizza. Su questo aspetto della spiritualità si è aperta nel gruppo una riflessione su un ritorno all’unità, all’essenzialità dell’essere umano (quali parole sulla propria vita, quale capacità di resilienza, di riduzione del male, di abitare il Silenzio, di cura delle ferite, di pienezza di vita) che precede le appartenenze religiose, le diverse spiritualità (clarettiana, gesuita, ecc) e che nasce dalle piccole storie. Tra le pratiche condivise l’ascolto, una relazione di cordialità, di comunicazione in libertà, la normalità delle diverse tradizioni religiose nella ricerca di significato, la benedizione di ciascuno su tutti.
La domanda significativa è attorno e al come essere abitanti delle città con gli altri uomini e donne che le abitano e come dialogare con essi partendo dalle situazioni difficili e opache.
Il piano del palazzo dove abbiamo abitato è il segno più eloquente realizzato dai clarettiani baschi: la trasformazione di tutto l’edificio destinato ad opere sociali (dalla notte, al cibo, alla ricerca di lavoro, alla tutela dei diritti, all’acquisizione di documenti e di titolarietà). La comunità clarettiana è inserita nella costruzione e collabora sistematicamente assieme ai laici clarettiani con l’ente locale.
Questo lavoro di anni di ricerca, di apertura al futuro che ciascuna delle realtà presenti ha incarnato in modo singolare nel proprio territorio, ha trovato un riconoscimento nel documento dell’Istituto dei Clarettiani “Con gli esclusi” elaborato dai rappresentanti della futura Provincia che comprende Italia, Paesi Baschi, Catalogna, Francia. Questo è un documento significativo che testimonia un processo di cambiamento di pensiero, una profezia collettiva di laici e missionari che va maturando nel segno dell’evangelo.
La scrittura di un testo narrativo che racconti e offra elementi di comprensione del vissuto di questi anni è l’impegno proposto per i prossimi mesi.Il cammino insieme continua: il prossimo appuntamento sarà a Vic (Spagna) presso il Casal Claret dal 10 al 13 luglio 2018.