«L’anima che con la meditazione non si eleva con le ali della fede sino al Creatore di queste cose, che è più bello di tutte le cose… l’anima a cui la preghiera non gli ha mai procurato (perché non l’ha fatta) il godimento anticipato delle delizie infinite del cielo, è indifesa contro le attrattive delle bellezze terrene; passando da un idolo all’atro, finirà per adorarli tutti tranne Dio… come consta dall’esperienza di tutti i tempi e si legge nella storia. Il culto della carne, quando non è il frutto dei disguidi della comprensione, è sempre la sua conseguenza» Lettera ascetica … al presidente di uno dei cori dell’Accademia di San Michele, Barcellona 1862, p. 23
ADORARE IL VERO DIO
Isaac Newton disse: «Posso prendere il mio telescopio e guardare a milioni di chilometri nello spazio, ma posso avvicinarmi di più al Dio del cielo con la preghiera che con tutti i telescopi della terra».
- La preghiera e la meditazione avvicinano il cielo alla terra.
La presenza provvidente di Dio si trova in tutta la creazione e chi la cerca la trova in tutto, perché Lui è in tutto ciò che ha creato. Ma quando il creato non si manifesta al creatore, ma si ferma a se stesso, sia le cose che le persone si trasformano in idoli che inganna i nostri sensi e imprigiona il nostro cuore fino a renderci prigionieri del caduco e del non trascendente.
L’amore carnale, come ai tempi del Claret, è una delle idolatrie che rendono schiavi, i cui tentacoli ingannano anche le persone «di Chiesa»; ci sono tristi storie recenti. L’amore al denaro è un altro idolo incontrollabile, capace di convertire anche le più sublimi relazioni umane in freddo commercio. Quanto più confinato e imprigionato è lo spirito umano, più sperimenta nel suo cuore la fame della trascendenza e della liberazione. Oggi si percepiscono molti segnali di questo.
Il distacco è il mantello che uno dovrebbe usare per quello che si riferisce alle cose create, poiché solo Dio si merita la nostra adesione incondizionata. E solo così avremo qualcosa da dire al mondo di oggi. La gente aspetta oggi dai credenti un’autentica esperienza di Dio, e, se non la trova in loro, la cercano da un’altra parte. Sacerdoti, religiosi e laici dobbiamo essere persone di preghiera, esperti nel cammino verso Dio.
- Tu e io abbiamo ereditato da Sant’Antonio M. Claret una ricca spiritualità di contemplazione nell’azione.
- La coltiviamo?