6 Luglio

Lug 6, 2018 | Claret con te

«Quando si disprezza Gesù Cristo e la sua dottrina, si disprezza la vita nell’ordine dell’intelligenza morale e sociale. Il principio della vita intellettuale per un popolo consiste nell’avere credenze, e la prima condizione per avere credenze è avere un simbolo, e un simbolo non si ha senza Gesù Cristo, e senza Gesù Cristo le intelligenze non affermano, dubitano, negano, e, per il dubbio e la negazione, le intelligenze perdono la vita, sono morte. Perdendo Gesù Cristo, che è la verità e la vita, stanno con Satana, che è il padre della menzogna e l’autore della morte»
Lettera ascetica… al presidente di uno dei cori dell’Accademia di San Michele, Barcellona 1862, p. 47

IERI, OGGI E SEMPRE

Più che come una dottrina o una serie di norme, il cristianesimo nasce come un nuovo cammino (cf At 9,2; 22,4), un nuovo genere di vita che ha Gesù Cristo come norma suprema. Ogni cristiano e tutta la vita cristiana deve essere intesa unicamente a partire da Cristo e in Cristo. L’apostolo comprende di poter dire, con verità e sincerità, come Paolo: «La mia vita è Cristo» (Fil 1,21). Per Paolo, Cristo fu l’unica eloquenza, sapienza e conoscenza, che sconfisse qualsiasi sapienza umana (cf 1Cor 1,19), e che diede senso alla sua vita. Lo fu anche per Claret. La vita apostolica è un itinerario audace in mezzo alle più diverse vicissitudini. E Claret visse questo genere di vita.
Sostenuto dalla sua fede, l’apostolo laico è chiamato a lavorare per migliorare la famiglia, l’economia, l’arte e le professioni, la politica, le relazioni tra i popoli … il cui protagonista è sempre l’uomo. La sua missione è perfezionare l’uomo, umanizzarlo e indirizzarlo al proprio fine, guidato dal Messaggio di Gesù, fino a ottenere un rinnovamento delle attività, ambienti, criteri, interessi e modi di pensare.
La Chiesa ha mostrato una sintonia speciale con quelli che cercano la verità, con gli uomini di pensiero e di cultura, per i ricercatori dell’uomo e dell’universo, e della storia, a volte delusi da una ricerca vana. La Chiesa si è interessata dell’opera dei poeti e letterati e artisti, dei maestri nell’arte di comunicare. La Chiesa cammina con loro verso l’uomo integrale, il cui ideale è Cristo, l’uomo perfetto.
Che segno posso impiegare delle mia inquietudine per fare di Cristo la norma e la bussola della mia vita?
La mia presenza in mezzo alla società serve di richiamo per prendere sul serio la condizione umana, secondo il disegno di Cristo, l’uomo perfetto?

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