FRATERNITA’ E PERSUASIONE
Sarebbe necessario conservare, fino alle sue conseguenze pratiche, la crudezza e il realismo delle parole di Gesù, quando invita a mangiare la sua Carne e a bere il suo Sangue per avere la vita eterna (cf Gv 6, 26s). È possibile che ai nostri giorni, come allora,questo linguaggio continua ad essere difficile da accettare. Ma è necessario insistere sulla dimensione fraterna dell’Eucaristia, sacramento dell’unità di tutti in Cristo, nel quale troviamo la serenità, la dolcezza e la pace che procura il fatto che vivano uniti ai fratelli (cf Salmo 133,1).
Chi non è capace di accettare il fratello così com’è non dovrebbe comunicarsi. Chi non vive la fraternità nella pazienza e bontà, nel perdono dell’offesa ricevuta, nella speranza di cambiamento di condotta del fratello caduto; chi non accoglie il migrante come fratello e non crede nella necessità di unire Nord e Sud, impegnandosi nella distruzione dell’abisso che separa opulenza e miseria, chi sceglie di mantenere la separazione, forse dissimulando meccanismi con mani pulite, non dovrebbe comunicarsi. Se lo fa, questo non sarebbe già mangiare la Cena del Signore, né entrare in comunione con il suo Corpo, presente in ogni persona, «poiché, se il pane è uno solo e tutti partecipiamo a quest’unico pane, tutti formiamo un solo corpo» (1Cor 10,17) L’amore e la fraternità vissute ed espresse nella comunione con Cristo e con i fratelli, senza alcuna barriera, è la più feconda parola di evangelizzazione.
Non comunicare con i fratelli e avvicinarsi a ricevere il Corpo e il Sangue di Cristo sarebbe la più aberrante delle profanazioni. S’impone, poi, un esame previo di amore e fraternità effettiva prima di mangiare il Pane e bere il Calice del Signore (cf 1Cor 11,20s). Posso rimanere tranquillo nel mio esame sull’amore, prima della mia comunione? Quale valutazione quotidiana darei alle mie comunioni in chiave di fraternità universale.