3 Novembre

Nov 3, 2018 | Claret con te

«Dobbiamo amare Maria Santissima ed essere suoi devoti, perché la de-vozione a Maria Santissima è un mezzo potentissimo per raggiungere la salvezza»
Lettera a un devoto del Cuore di Maria, in EC II, p. 1.504

AMORE A MARIA SALVATRICE

A Claret, fin da bambino, gli toglieva il sonno il pensare ai peccatori che correvano il pericolo della dannazione. Questo sentimento crebbe come un tormento e fu il motore del suo ardore apostolico. Ma non cadde nella tentazione di presentare Maria come un contrappeso alla giustizia di Dio. Questa è la sintesi delle dottrina equilibrata e che l’intuizione di Claret captò prima delle precisazioni del Concilio Vaticano II.
La misericordia presiede la Storia della Salvezza: «Benedetto sia Dio, Padre del Signore nostro Gesù Cristo, Padre misericordioso e Dio di Consolazione» (2Cor 1,3).
La misericordia divina si rende visibile nella persona di Gesù. E ha voluto renderla visibile anche bella tenerezza materna di su Madre. Il fatto è che nessuno come Lui conosce quale cuore ha dato alle sue creature; e per questo ci ha dato sua Madre, perché fosse anche nostra. Ma resta chiaro che la misericordia che chiediamo a Maria milioni di volte («volgi a noi i tuoi occhi misericordiosi») non è altro che il riflesso che brilla nel mare infinito della misericordia della Trinità.
È Dio che nel suo amore ha creato questa creatura eccezionale che è Maria Vergine e Madre. Maria si è impregnata tanto della misericordia divina che è «divenuta misericordia». Non è una porta di fuga davanti alla giustizia divina, ma è la misericordia divina che riempie il Cuore di Maria e lo fa traboccare, per irrigare e fecondare l’aridità del cuore umano.
Tra i clarettiani che partecipano al carisma clarettiano, sempre impegnati nel cercare i mezzi migliori di evangelizzazione, ha un’attualità permanente un testo che guidò il rinnovamento postconciliare (Documento sul Patrimonio Spirituale [1967]), nel quale si afferma: «[Claret] Nostro Padre si è servito della devozione al Cuore di Maria come arma efficacissima del suo multiforme apostolato»; e in seguito aggiunge: «Il missionario clarettiano contempla la Vergine Maria come modello […] sottomesso alla sua azione materna […] Con questo mezzo l’apostolo clarettiano si riveste dell’affetto materno che il Concilio riconosce come necessario per partecipare alla Missione della Chiesa e cooperare alla salvezza degli uomini».

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