3 Agosto

Ago 3, 2018 | Claret con te

«Mi consegno totalmente come figlio e sacerdote di Maria. Ella sarà mia Madre, Maestra e Direttrice e per Lei sarà tutto quello faccio e soffro in questo ministero, perché il frutto deve essere di colei che ha piantato l’albero».
Propositi del 1843, in AEC, p. 652

CONSEGNA A MARIA

«Mi consegno totalmente … ». Consegnarsi è molto più che consegnare. Consegnare è dare qualcosa; e sta molto bene, ma questo è poco. Molto meglio è donare se stessi, totalmente, perfino l’identità più profonda. Persino la sede degli affetti, desideri, emozioni, idee, ricordi e decisioni: corpo, anima e spirito, direbbe Paolo (1Tes 5,23). Entra in gioco la totalità della persona e uno non appartiene più a se stesso.
Tutta la storia del mondo e dell’uomo è la storia dell’amore gratuito di un Dio consegnato all’umanità. Paolo lo dice in modo grafico: «Mi amò e si consegnò per me» (Gal 2,20). La consegna di Gesù nel momento supremo della croce ha tutta la densità di un’offerta amorosa; in essa si realizza in modo supremo la consegna del Figlio al Padre per amore nostro. Attraverso questa consegna, Gesù prende su di sé tutto il dolore e il peccato passato, presente e futuro del mondo, entra sino al fondo del mondo lontano da Dio, assumendo il rifiuto dei peccatori nell’offerta e riconciliazione della Pasqua. Il grido dalla Croce, «Dio mio, perché mi hai abbandonato?» (Mc 15,34), è il segno dell’abisso del dolore e solitudine che il Figlio volle assumere per entrare nel più profondo della sofferenza del mondo e portarlo alla riconciliazione.
Scoprendo vitalmente quello che Lui ha fatto per noi, non possiamo fare a meno di consegnarci a Lui. Preghiamo -o cantiamo- con le parole di Charles de Foucauld:
«Padre, mi metto nelle tue mani, / fa di me quello che vuoi, / sia quello che sia, ti rendo grazie. / Sono disposto a tutto, / accetto tutto, / perché la tua volontà si compia in me, / e in tutte le tue creature. / Non desidero niente altro Padre. / Ti affido la mia anima, / e te la do con tutto l’amore di cui sono capace, / perché ti amo, / e ho bisogno di darmi, / di mettermi nelle tue mani senza misura, / con un’infinita fiducia, / perché Tu sei mio Padre».

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