CAPIRE LA PAROLA
Ci sono fatti tanto potenti di cui ci ricordiamo i dettagli. Claret ricorda la data, poi in quella udì alcune parole misteriose che gli ronzano dentro, una visione dell’Apocalisse che gli andava togliendo il sonno. Capire la Parola è uno dei passaggi perché la Bibbia arrivi a essere Parola di Vita. Claret non si accontenta di leggere la Scrittura. «Rumina» la Parola, la accoglie, come Maria, finché si «incarni» anche in lui.
E fu il Signore che gli fece capire il misterioso passaggio apocalittico. È il fedele discepolo che sta in ascolto; e il Signore, come a quelli di Emmaus, gli apre gli occhi del cuore perché comprenda le Scritture. Ma, che cosa gli ha fatto capire il Signore? Claret comprende che il Signore gli parla e lo compromette; lo invia a tutto il mondo. Nella visione riconosce la Congregazione dei Missionari che ha fondato. Lui ed Essa devono essere messaggeri, «angeli», perché questo significa il vocabolo, armarsi di coraggio e agilità.
Ha nelle sue mani un libro aperto: la Parola che illumina la storia perché sia trasformata in Regno di Dio. I piedi degli angeli indicano lo spirito universale che devono avere quanti partecipano al carisma di Claret: abbraccia mare e terra, tutto.
I Figli del Cuore di Maria sono: missionari, itineranti, disponibili, con senso di universalità. La loro parola deve risuonare con la forza del ruggito del leone e dei sette tuoni. Si fa udire, non passa inascoltata; inquieta e risveglia quanti la odono. Quanti partecipano alla spiritualità clarettiana, sono servitori della Parola, che, come la pioggia, feconda la terra, trasforma, rivitalizza. Claret alimenta il suo essere missionario con la Parola, cerca di estenderla e di lasciarsi modellare da essa, e così sintonizzarsi con Dio.
Io come leggo la Parola? Posso dire che il Signore me la fa capire? Con quale chiave interpreto la Parola? Riesce a diventare vita in me?