24 Aprile

Apr 24, 2018 | Claret con te

«Una comunità, una religione, se non ha spirito non ti attira. Chi non ha lo spirito di Cristo non può essere di Cristo (Rom 8,9). Lo spirito si perde per l’inosservanza di piccole cose all’apparenza, ma che sono di grande trascendenza. Dio ama molto la fedeltà dell’uomo per le piccole cose».
Note sul Concilio Vaticano I, in AEC, p. 578-579

DALLA CONVIVENZA ALLA FRATERNITÀ

C’è differenza tra il vivere insieme e il vivere in comunità. È la differenza che passa tra una vicinanza di cose materialmente giustapposte e quella di persone che si sentono chiamate e sostenute da un vincolo, da un progetto comune. Le persone umane, tutte, abbiamo bisogno di vincoli. Ci sentiamo realizzati nell’appartenenza a una comunità. È la nostra vocazione di uomini, qualunque sia il nostro cammino o stato di vita. E -aggiungiamo- qui si gioca la nostra felicità.
Quando Claret parla qui di spirito si sta riferendo al vincolo che nasce dalla nostra condizione di cristiani. È un vincolo di fraternità, perché ci sentiamo tutti figli amati da Dio, grazie all’opera di Gesù. Vuole dire che sono molte le cose che possiamo condividere, molte le esperienze che siamo chiamati a vivere insieme, e che traboccano nella nostra crescita e nella nostra felicità.
Nessuno ignora che il crescere e l’essere felici nasce dalla vita quotidiana. Sono le piccole cose di cui parla Claret quelle che più contano in questo. Molto più che l’essere padroni di una grande intelligenza, di una professione prestigiosa, di una buona posizione economica. Ciò che più ci riempie e ci fa’ crescere in Cristo sono i piccoli gesti quotidiani di attenzione verso chi ci sta accanto: la cultura del dialogo, il condividere i compiti, l’andare incontro alle altrui necessità e dolori, il dare spazio al cuore, al reciproco affetto… Traducendo il significato conventuale della parola «inosservanza», intendiamo che essa censura la dimenticanza di questi elementi che consolidano, nel quotidiano, i vincoli di una convivenza dal sapore evangelico. Poiché siamo suoi figli, Dio ama coloro che sono fedeli nel costruire ogni giorno questa fraternità.
A volte abbiamo bisogno di prendere coscienza dei vincoli che hanno i nostri contatti e domandarci se personalizziamo questo rapporto con il nostro prossimo; se conta il rispetto per l’altro, l’apprezzarlo per i suoi valori, per la sua dignità di immagine di Dio.
Affiora nel nostro vivere quotidiano, nelle nostre piccole cose, la fraternità evangelica?

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