CROCIFISSI PER IL MONDO
Prima del suo incontro con il Signore, san Paolo era un fedele fariseo, fedele osservante della legge giudaica, confidando in quella fede che gli avrebbe dato la salvezza. Ma la sua conoscenza di Cristo (cf Fil 3,8) lo portò all’esperienza dell’autentica libertà, paradossalmente identificato con l’essere «crocefisso con Cristo» (Gal 2,20), in comunione crescente con lui: «Ormai non sono più io che vivo, ma è Cristo che vive in me». Già è una «creatura nuova» (2Cor 5,17), per il potere di Cristo e non per l’osservanza della legge. E lui che appartiene a Cristo è un crocefisso, poiché «quelli che sono di Cristo hanno crocifisso la carne con le sue passioni e desideri» (Gal 5,24).
Claret, per la sua unione con Cristo, visse come un crocefisso per il mondo. Un crocefisso è un morto; e Claret lo è stato per il denaro, il prestigio o la bella vita. Intuì questi «valori» durante al sua giovinezza a Barcellona (Aut 66-67). Ma un giorno la Parola di Dio lo «trafisse come una freccia» (Aut 68), e gli mostrò la vanità di tutto quello, che lo metteva in pericolo anche di perdere se stesso.
La Parola di Dio (Aut 111-120) e l’accompagnamento spirituale (Aut 69) lo porteranno dall’essere inchiodato alla croce del mondo ad inchiodarsi a quella del Risorto. La voce del Maestro lo obbliga a discernere la volontà di Dio per lui, il cammino della sua autentica realizzazione. È la voce di Gesù che si «incarna» in quella di molti direttori spirituali: essi lo orienteranno nel suo cammino verso il sacerdozio, verso la missione, a fondare la sua Congregazione di Missionari, ad accettare l’arcivescovado di Cuba.
Ogni persona ha un cammino da realizzare e una ricerca obbligata. bisogna ascoltare le voci interiori ed esteriori, e essere fedeli. L’autosufficienza può portare all’autoinganno.
Hai avuto l’esperienza di scendere da qualche croce che ti teneva schiavo per inchiodarti a quella di Cristo?
Che capacità hai di aprire il tuo cuore a qualcuno e di lasciarti valutare e orientare?