20 Maggio

Mag 20, 2018 | Claret con te

«Gli antichi ebrei avevano una tradizione che diceva: quando Dio ebbe creato tutte le cose, domandò agli angeli che ne pensassero, e tutti risposero che tutto stava molto bene. Ma uno dei più saggi serafini, chiedendo prima il permesso di parlare, disse: sento l’eco di almeno una voce che proveniva da tutti gli angoli della terra che diceva continuamente: Grazie a Dio, Grazie a Dio, Grazie a Dio…».
Lettera alla V. M. Antonia París, 24 settembre 1867, in EC II. p. 1203

È DI UNA PERSONA PERBENE…

La gratitudine è una delle maggiori virtù umane e cristiane. Ringraziare significa riconoscere che, se siamo quello che siamo, lo dobbiamo ad altri: la vita l’educazione, la cultura, la testimonianza cristiana… Niente di niente è passato invano nella nostra vita, anche se lo abbiamo dimenticato, anche se mai abbiamo saputo riconoscere che hanno avuto e hanno un ruolo importante per noi. Senza l’aiuto di molte persone, non saremmo ciò che siamo.
Ringraziare è segno di umiltà, è il riconoscimento che siamo limitati e abbiamo bisogno dell’aiuto degli altri. Diceva san Paolo: «Che cosa possiedi tu che non l’abbia ricevuto?» (1Cor 4,7). Ringraziare genera ottimismo, allegria, in noi e in chi ci ha fatto del bene. È approfondire, rafforzare, fomentare il bene; riaffermare che il bene esiste, e pertanto bisogna coltivarlo, dargli vita, stimolarlo.
Iniziare il giorno e terminarlo ringraziando ci mostra il lato positivo della vita, pur mantenendo bene i piedi per terra, nella realtà delle cose limitate.
Ringraziare per il dono della vita, della fede, della vocazione, dell’amore…, del bene che cerchiamo di fare durante il giorno che abbiamo davanti o che abbiamo fatto nel giorno che si chiude…
Ringraziare, già anticipatamente, per coloro che incontreremo o che abbiamo incontrato; per il bene ricevuto e per quello che abbiamo cercato di fare…
Ringraziare è valorizzare e disporsi a favore del bene. Perché ogni persona è fame e pane: ogni persona ha bisogno degli altri e può dare agli altri. Non c’è nessuno così «ricco» che non abbia bisogno di nulla, né nessuno così «povero» che non possa dare qualcosa.
Ringraziare, anche, perché ci rendiamo conto del bene e, di conseguenza, ringraziare perché siamo capaci di esprimere gratitudine.
Sono riconoscente o tendo a vedere solo il negativo in me stesso,e negli altri? Le mie espressioni di gratitudine sono solo formule di cortesia o nascono dal cuore?

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