19 Marzo

Mar 19, 2018 | Claret con te

«La fama dell’abilità, di cui il Signore mi aveva dotato nell’arte dei tessuti, ben presto si sparse per Barcellona. Per questo, alcuni signori si rivolsero a mio padre e gli proposero di formare insieme una società e mettere su, per conto nostro, uno stabilimento. La proposta lusingò moltissimo mio padre, anche perché avrebbe favorito un maggiore sviluppo dell’azienda che già possedeva» Aut 63

L’UMANO… SERVIRÀ PER IL DIVINO

Le qualità che hai, qualunque esse siano, anche quelle più tecniche per esempio, ti sono state date in prestito (dico così), o, se preferisci, ti sono state regalate per farle fruttificare, produrre, rendere… Auguri per tutti questi doni e talenti! Sono le tue qualità! Inizia a riconoscerle e a compierle, inoltre, in modo riconoscente.

Non è il momento di essere fannullone e negligente quando devi fare fruttificare e produrre tutte queste qualità che hai. Ora è il momento, è arrivato il giorno, di far si che tutto questo renda il massimo possibile, per il tuo bene, per il bene di coloro che ti stanno vicino, per tutti. Ma ricorda che, alla fine, non sei tu né il padrone né il proprietario ultimo di tutto questo (le tue qualità). C’è un Altro che le ha messe in te, che te l’ha insegnato, perché tu, con costanza, sforzo e responsabilità le faccia rendere al massimo, tanto quanto puoi, in modo eccellente secondo le tue capacità e le tue possibilità.

Le qualità sono tue, certo, ma non così come credi, perché non ti appartengono… in modo esclusivo. Di tutto questo dovrai rendere conto. E dovrai farlo davanti al Signore. E sicuramente la gratitudine, il riconoscimento, l’applauso, il complimento, la felicitazione… di tutti quelli che ti stanno vicino, amici ed estranei, per le tue qualità che ti fanno stare bene. A chi dispiace il riconoscimento e la gratitudine degli altri? Questo è di per sé buono, ma anche in questo caso, prudente e saggio. Che non ti si otturi il cuore per il riconoscimento e per la felicitazione degli altri, per quanto sincere queste siano (e sicuramente lo saranno), e non far dipendere da esse il tuo benessere, la tua felicità, il tuo giudizio. Non consegnare il tuo cuore al riconoscimento e alla felicitazione che ti portano ad essere troppo protagonista e a crederti quello che, in fondo, non sei, l’unico padrone, proprietario assoluto, delle tue qualità.

O forse hai fatto qualcosa di più di quello che dovevi fare con le qualità che hai ricevuto?

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