MARIA PIENA DI GRAZIA
Leggendo le affermazioni entusiastiche di Claret, riconosciamo che nel suo cuore è inzuppato -come scrive un teologo spagnolo di oggi- «l’impatto che la sua memoria (di Maria) ha prodotto in migliaia e migliaia di credenti nel corso della storia. E questo non è successo al margine della Provvidenza di Dio! La receptio Mariae nel Popolo di Dio accompagnato dal sensus fidei, ci rivela la sua verità». E un biblista brasiliano, conosciuto, mette in conto che l’entusiasmo del popolo, può nascondere aspetti basilari della devozione a Maria: «L’immagine di Nostra Signora è piccola, ricoperta con un manto riccamente adornato … Al popolo piace adornare e arricchire ciò che ama. Solo che il ricco manto ha finito per nascondere gran parte dell’immagine di Maria … Quello che è successo con l’immagine capitò a Maria stessa. Glorificata dal popolo e dalla Chiesa, come Madre di Dio, ha ricevuto un manto di gloria. Ma questo finì per nascondere gran parte della somiglianza che Lei ha con noi».
Nel Concilio vi furono alcune controversie tra chi esaltava Maria fino quasi a divinizzarla e chi appena riconosceva la sua singolare dignità. Frutto del dialogo tra entrambi i gruppi fu questa saggia messa in guardia: il Concilio esorta i teologi e i predicatori perché si astengano accuratamente «Esorta inoltre caldamente i teologi e i predicatori della parola divina ad astenersi con ogni cura da qualunque falsa esagerazione, come pure da una eccessiva grettezza di spirito, nel considerare la singolare dignità della Madre di Dio» (LG 67). Pochi anni dopo nel 1974, Paolo VI spiegava il contenuto del testo conciliare nella sua bella Esortazione Apostolica Marialis cultus.
Il fondamento della grandezza di Maria sta’ nell’essere stata scelta come Madre del Verbo. Così la espresse Benedetto XVI nella sua omelia del 31 dicembre 2006: «[il Verbo] è di Dio e di Maria. per questo la Madre di Gesù si può e si deve chiamare Madre di Dio». Si apre un mondo di orizzonti verso il quale ci invita a camminare.