DIO CI CERCA CON PASSIONE
Nella storia i discepoli di Gesù ci siamo chiesti molte volte a quale tipo di fuoco si riferisce il Maestro. E abbiamo anche invocato e previsti fuochi diretti contro il prossimo, che non hanno a che vedere con gli atteggiamenti di Gesù.
Quando Claret parla del fuoco, ci parla dell’amore, di questo amore infinito di Dio che può riempire la nostre vite e trasformarle radicalmente. Un fuoco che -come lui stesso dice- converte in fuoco il combustibile; anche noi possiamo bruciare d’amore.
Giovanni Paolo II dice in uno dei suoi ultimi testi: «Quando uno si sente immensamente amato, non può partecipare al mistero dell’Amore che si dona limitandosi a contemplarlo da lontano. È necessario lasciarsi bruciare dalle fiamme che consumano l’olocausto e convertirsi in amore. Continuate a consegnarvi al mondo, sempre consapevoli che l’unica misura dell’amore è amare senza misura».
E allora! Un amore che ha presente l’acuta osservazione di una delle preghiere eucaristiche dei fanciulli: per coloro che amiamo e per coloro che dovremmo amare di più.
Ci siamo abituati a guardare all’amore «da lontano», non sia che venga a complicarci la vita. Alcune righe dopo di queste, Claret invita a «scioglierci in ossequio a Dio». Alcune traduzioni del Vangelo di san Giovanni dicono che il buon pastore non è tanto colui che «da’ la vita» per le pecore quanto colui che «si fa in quattro» per esse. Sciogliersi, farsi in quattro, consegnarsi senza misura… Chiediamo a Gesù che ci incendi con il fuoco che è venuto a portare: Venga in noi il tuo Regno!
Hai paura di avvicinarti all’amore?
Ti accorgi che ti vai trasformando in Colui che tu ami e contempli?
Guarda il termometro dell’amore fraterno: ami più di una persona?, chi?