18 Dicembre

Dic 18, 2018 | Claret con te

«La vera vita, quello che non ha fine, non si trova se non in Dio, che è l’essere vivente per eccellenza. Questa vita, che il Verbo ha ricevuto dal Pa-dre nella sua pienezza per la generazione eterna, la comunicò senza tassa all’anima e al corpo che unì a se nel seno della Vergine. E, donandoci nella comunione la sua umanità, unita indissolubilmente alla sua divinità, riempie della sua vita divina tutto il nostro essere, lascia in esso il germe e il pegno della beata eternità»
Lettera ascetica… al presidente di uno dei cori dell’Accademia di San Michele. Barcellona 1862, p. 26

IMPREGNATI DEL DIVINO

Di nuovo davanti ai nostri occhi e nel nostro cuore il dono dell’Eucaristia: il perno della vita cristiana. Questo pane e questo vino consacrati sono in verità -così ci dice la fede- la forza rinnovatrice e la garanzia di vita autentica ed eterna. «Chi mangia la mia carne e beve il mio sangue -dice Gesù-, ha la vita eterna» (Gv 6,55). Dio nostro Padre, nella sua infinita sapienza, «inventò» questo sacramento, unendo indissolubilmente nella persona di Gesù la divinità con l’umanità nel seno di Maria. Il cristiano che desidera unirsi intimamente al Dio-Trinità, già in questa vita -e lo cerca vivendo una vita santa-, ha ora qui, nel profondo del suo essere, il germe e il pegno della pienezza finale. Dio è amore amico, vicino, forte e fedele, che ci ha amato e ci ama con tenerezza infinita.
Si è incarnato nel seno di Maria, e, nascendo nel tempo, ci ha resi figli del Padre e della Madre, fratelli suoi e templi vivi del suo Spirito. Affidò alla Chiesa, in modo definitivo, il suo corpo sacramentato e, da lui e per lui, ci nutre in ogni momento. Altrettanto fa’ con il suo sangue versato sulla croce per lavare i peccati. L’Eucaristia ci impregna di divinità, ci rende divini, ci catapulta già nella gloria eterna.
Facciamo non un atto di fede, ma molti, e crediamo fermamente nel tesoro nascosto che è l’Eucaristia; tesoro che portiamo dentro e che si rinnova ogni volta che mangiamo e beviamo alla mensa del Signore.
Siamo divini, e l’umanità di Gesù e la sua divinità ci va spingendo a poco a poco verso il banchetto della gloria.
Siamo degni di questo fatto? I nostri passi ci avvicinano sempre più al banchetto del Regno?

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