CONFIGURATI A CRISTO
Saggio commento quello di Claret. Poteva essere diverso?
Con il passare degli anni sono andato scoprendo che molte volte non so che cosa fare in una determinata situazione. Ma in quasi tutti questi crocevia -compreso quelli più complicati- al tempo stesso ho molto chiaro che ci sono una serie di azioni e atteggiamenti che sono inammissibili. Quello che sembra una pista senza difficoltà incomincia ad averne qualcuna: almeno sappiamo che cosa non dobbiamo fare e che cosa dobbiamo evitare con tutti i mezzi; abbiamo chiaro quello che sarebbe controproducente.
Claret inizia indicando i più piccoli: la santità suppone pulizia dal peccato. Ma anche -e ce lo dice in positivo- eccellenza nella virtù. Alcuni giorni fa’mi ha colpito come un sacerdote insisteva nella sua omelia: «Il problema non è il male che facciamo, e ne facciamo abbastanza poco, ma il molto bene che lasciamo di fare».
Non basta il non macchiarsi, soltanto mancava! Il fatto è che bisogna che il candore brilli. Non si tratta neppure di preoccuparsi tanto per evitare che la nostra vita si macchi perché restiamo paralizzati; non possiamo guardare tranquilli che il mondo bruci davanti a noi senza che noi stessi moviamo un dito. Intuisco che i commenti di Gesù su chi conservava con timore i suoi talenti hanno a che vedere con questo: vivere e amare comporta rischiare.
Se Claret fosse vissuto nel secolo XXI e si fosse alimentato della sua vita ecclesiale, ci inviterebbe a invocare costantemente lo Spirito; soltanto Lui può contagiarci il sentire, il volere e il pensare di Gesù. Non dimentichiamo di farlo; Lui ci indicherà il cammino verso l’eccellenza della virtù.