NON CAMMINI DA SOLO
L’occasione era molto solenne. Nella basilica vaticana si celebrava l’Eucaristia per l’apertura della seconda Assemblea Sinodale dedicata all’Europa (1998). Nella prima (1991), era appena caduto il muro di Berlino e i popoli dell’Est si trovavano in pieno cambiamento, nella seconda le esperienze erano altre e bisognava valutarle.
Giovanni Paolo II tenne un’omelia indimenticabile. Alcune frasi tuttavia mettono i puntini sulle i: «Gesù Cristo è vivo nella sua Chiesa, e, di generazione in generazione, continua ad andare incontro all’uomo e a camminare con lui», affermò commentando l’episodio di Emmaus. «Lui -continuò dicendo- l’Emanuele, il Dio con noi, è stato crocifisso nei campi di concentramento e nei gulag, ha conosciuto la sofferenza nei bombardamenti e nelle trincee, ha sofferto dove l’uomo, dove ogni essere umano è stato umiliato, oppresso e violentato nella sua irrinunciabile dignità».
La frase merita di rimanere incisa all’ingresso di Auschwitz e di Mauthausen, ma anche dei molti campi sovietici sconosciuti, e dei barconi, navi industriali e frigorifero nei quali si ammucchiano centinaia di immigranti, e delle eleganti sale di massaggi nelle quali le ragazze ingannate dal richiamo europeo vendono male il loro corpo e piangono il loro ultimo aborto. Cristo Risorto non ci lascia mai soli. Claret lo ricorda con parole preziose: egli stesso ci aiuta «ci aggioga a lui». E noi, che ci prendevamo il giogo soltanto con pesantezza, solitudine, sacrificio! Sia benedetto il giogo che ci unisce al Crocifisso!
Credi veramente che Cristo non ci abbandona mai? che anzi si avvicina di più a noi quando la vita sembra sorriderci di meno? Ti lasci accompagnare da Lui?