IMPERTERRITO DAVANTI ALLA CROCE
Fa sempre un certo effetto, la vita di chi ha saputo vivere per gli altri. Tutti ricordiamo nomi di persone la cui vita è stata segnata da questo impegno verso i più bisognosi e per la causa della giustizia e della fraternità, che le hanno riempite di significato e le hanno rese luminose e motivo di ispirazione per molti. Una vita così comporta sacrifici e privazioni. Ma si affrontano con gioia perché si è consapevoli che sono portatori di vita. A volte si tratta di esperienze molto vicine, forse all’interno della propria famiglia; altre volte si tratta di persone che hanno ottenuto una risonanza più universale proprio per questo modo di vivere che semina inquietudine nella coscienza di tutti.
In ogni modo, i sacrifici, le privazioni, e più ancora le calunnie e i tormenti, producono timore nella maggior parte di noi. Per «abbracciarli» bisogna essere molto convinti che ne vale la pena farlo in funzione di un ideale molto più grande, di qualcosa che gli può anche dare senso.
La vita cristiana viene descritta spesso come un combattimento. Piaceva farlo a san Paolo come possiamo intuire dalle sue lettere (cf 1Cor 9,24s; Fil 3,13-14; ecc.). Chi imposta la sua vita sulla chiave dell’amore e della verità, colui che sente nel più profondo del suo cuore una vera passione per il bene dei suoi fratelli, sa affrontare le difficoltà con serenità. Il dolore si sente, ma si sa che si tratta di un «dolore redentore», come quello di Gesù.
Come affronti tu le avversità che la vita ti mette davanti?
Stimolano la tua fortezza o ti portano alla depressione?
Quando le sperimenti, senti la gioia profonda di essere «più» seguace di Gesù?