SEMPLICITA’ EVANGELICA
Il paragrafo è della lettera indirizzata da Claret al Nunzio dopo aver ricevuto, l’11 agosto 1849, la sua insperata nomina come Arcivescovo di Santiago di Cuba. È una bella testimonianza di tre qualità: semplicità, manifestata nell’avversione a svolgere compiti importanti o emergere con distinzioni e dignità; umiltà, nel riconoscere con semplicità che non è preparato per caricarsi di tale responsabilità; e disponibilità missionaria, poiché preferisce lavorare inviato da altri, compreso nella stessa Cuba, per qualche tempo, e con compagni.
Claret teme che tale nomina frustri i suoi progetti di missionario itinerante. In quel tempo, come oggi, molti sacerdoti o responsabili di pastorale desiderano «promozioni», a una parrocchia migliore, a una posizione più visibile, causando a volte divisioni in diocesi e parrocchie, invidie, manipolazioni … Con quanta frequenza, -forse più dei tempi passati-, si cerca il beneficio più che il servizio o «ufficio».
Quando un missionario o un agente di pastorale intende il suo compito come una posizione di potere, lascia di servire il popolo a cui è stato inviato, e, pertanto, anche Gesù che lo invia. È importante mantenere viva la consapevolezza di essere servitore che ha offerto tutta la sua vita come un sacrificio a favore del popolo di Dio. Chi lo riconosce così conserverà l’atteggiamento di servo umile.
Oggigiorno soltanto chi serve gli altri con spirito d’amore, umiltà e sacrificio sono degni di fiducia; solo loro si guadagnano i cuori della gente, e non chi accetta un’attività come autentica possibilità di esercitare il potere. L’itineranza, che Claret preferisce alla stabilità, è un altro mezzo per attirare la gente: è l’atteggiamento di chi va incontro all’altro, spende per lui il suo tempo, lo accoglie e accetta … una bella trasparenza degli atteggiamenti di Gesù! Claret ce la rende oggi presente in modo speciale.