CONFIGURARSI A CRISTO
Iniziai male. Non era qualcosa di vita o di morte, ma mi preoccupava molto. Stavo iniziando la mia vita come missionario e mi ero proposto di curare «la meditazione», coltivarla e convertirla in uno dei momenti cruciali di ogni giorno della mia vita. Ma, quasi sempre mi lasciava insoddisfatto: quando non era l’immaginazione che mi giocava brutti scherzi, quello che mi dava fastidio era il sonno. Poche volte riuscivo ad essere soddisfatto per il tempo che dedicavo alla meditazione.
Fino a quando mi ritrovai con un testo del P. Gustavo Alonso, clarettiano argentino, che servì i suoi fratelli come Superiore Generale dal 1979 al 1991. Dice così: «Sinteticamente si può dire che, per Claret, la meditazione non è un’elaborazione di idee o convinzioni: è soprattutto guardare e studiare Gesù per configurarsi a Lui e fare come Lui». Trovai luce, pace e una enorme felicità. Il mio grande problema era stata la mia incapacità di ordinare le idee, per passare dall’una all’altra con l’ordine e il ritmo che io pensavo mi si proponeva. Ahimè era stato il mio errore. Alla scuola di Claret non mi si invitava a mettermi davanti a Dio per dedurre un’idea dall’altra, ricordandole bene con sillogismi impeccabili, ma a guardare e studiare Gesù -«l’originale»- e lasciare che il suo Spirito mi andasse configurando a Lui.
Che bella la frase di Claret! Chi ha cercato qualche volta di imparare a disegnare o a scrivere la comprenderà senza fatica: con che attenzione e delicatezza bisogna guardare ogni tratto, ogni angolo, ogni forma. E, improvvisamente, il mistero: mentre cerchiamo di imparare, in realtà è Gesù stesso che va disegnando e perfezionando la sua opera in noi. Mettiti a guardare «l’originale»; il suo Spirito andrà facendo il suo lavoro.
Ti interessa davvero guardare Gesù e volerti configurare a Lui? In che cosa si manifesta questa tua inquietudine? Quali delle sue qualità o virtù ti colpiscono di più?