20 Agosto

Ago 20, 2018 | Claret con te

«Vedendo la disponibilità della gente, la fame della divina parola, ecc., non posso fermarmi: e così predico tutto il giorno. Il giorno 16 a Burgos ho tenuto undici sermoni: uno di mezz’ora, un altro di mezz’ora al popolo in cattedrale, e nove di tre quarti d’ora; e il giorno seguente ne ho tenuti sei, e non ho potuto farne di più, perché nel tardo pomeriggio sono dovuto partire con SS. MM. E AA».
Lettera al P. J. Xifré, 20 agosto 1861; in EC II, p. 350

UNA PASSIONE INCONTENIBILE

Quando il visitatore del tempio clarettiano di Vic si incammina verso la cripta in cui trova il sepolcro di Claret, trova immediatamente questa iscrizione: «Innamoratevi di Gesù Cristo e delle anime e lo comprenderanno tutti, e farete molto più di me».
Questa frase non si trova negli scritti di Claret, ma la tradizione che gliela fa dire sembra sufficientemente sicura e affidabile. La pronunciò probabilmente a Barcellona, nel settembre del 1860. Accompagnava i re nel loro viaggio di ritorno dalle Baleari, e i giorni che si presero per riposare o visitare la città, Claret, li dedicò, alla predicazione con tale intensità, che richiamò l’attenzione di un gruppo di universitari; questi ebbero la curiosità di seguirlo per alcuni giorni, e presero nota della sua incredibile attività apostolica: alcuni giorni più di dieci sermoni. Uno di loro si avvicinò per dirgli alcune parole di ammirazione, e la risposta di Claret si limitò alla chiamata all’innamoramento che abbiamo ricordato.
Nella lettera sulla quale oggi riflettiamo (scritta un 20 di agosto), Claret dice più cose: che la grande tentazione che ha è fuggire da Madrid, che mangia poco, che a volte «evita di partecipare alla messa di S.M. per avere più tempo per predicare»: poiché questo è «il mio pranzo più saporito», 30 anni prima, entrando come novizio dai gesuiti, aveva scritto circa la sua inclinazione a «esortare il popolo»: «In questi esercizi sono infaticabile».
Claret ci lasciò la pelle nella sua attività evangelizzatrice; le sue predicazioni sono semplicemente innumerevoli. Ma egli ebbe una fortuna su cui il missionario di oggi non ha: «la disponibilità della gente, la fame della divina parola». Oggi in molti ambienti predomina l’indifferenza o la insensibilità, quando non una palese opposizione. Che farebbe Claret oggi per arrivare alle masse che si sono allontanate? Per per tempo trovò la soluzione: che i laici si introducessero, con la loro testimonianza di credenti, in ambienti non accessibili al sacerdote. Chiediamogli che ci illumini e ispiri metodi e cammini …

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